L’ansia è uno stato di attivazione fisiologica e cognitiva in previsione di un pericolo futuro.

Se nel corso di una escursione in montagna si incontra un branco di cani aggressivi, si ha paura. Se nel corso di una escursione in montagna si teme di incontrare un branco di cani randagi aggressivi questa è ansia.

Quando l’attivazione del sistema d’ansia è eccesiva, ingiustificata, o sproporzionata rispetto alla situazione, siamo di fronte ad un disturbo d’ansia, che può complicare la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni.
Il disturbo d’ansia può presentarsi da solo o come sintomo di altri disturbi psicologici. Le manifestazioni ansiose si esprimono sia a livello emotivo con apprensione, preoccupazione, insicurezza, anticipazione di eventi negativi, che a livello somatico con aumento del battito cardiaco, sudorazione, spasmi muscolari, tremori, vertigini, senso di soffocamento e costrizione toracica.

I disturbi d’ansia più comuni sono: Disturbo d’ansia generalizzato, Fobia specifica, Disturbo di panico, Agorafobia, Fobia sociale, Disturbo ossessivo compulsivo (DOC), Ipocondria o Disturbo d’Ansia da Malattia.

Disturbo d’ansia generalizzato

Il disturbo d’ansia generalizzato è caratterizzato dalla presenza di sintomi d’ansia e da uno stato di preoccupazione costante e sproporzionata rispetto alla realtà o in assenza di fattori esterni che la scatenino.

Tali sintomi ansiogeni consistono in irrequietezza, nel sentirsi “con i nervi a fior di pelle”, nella difficoltà a concentrarsi o in vuoti di memoria, facile irritabilità, tensione muscolare e alterazioni del sonno.

Questi segni sono normali in certe situazioni di stress o in particolari periodi di vita ma costituiscono un disturbo d’ansia generalizzato quando si manifestano tre (o più) di questi sintomi con frequenza quasi giornaliera, in modo continuativo per almeno sei mesi. Ne risulta che l’individuo ha difficoltà a controllare la preoccupazione, manifesta un significativo disagio e una compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo, nella famiglia e nelle aree più importanti della sua vita.

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Fobia specifica

Paura estrema e non razionale nei confronti di situazioni ed oggetti che non sono in realtà pericolosi. In presenza dell’oggetto della paura si possono provare aumento del battito cardiaco, sudorazione, tremore, mancanza d’aria, tensione muscolare, nausea, impulso a scappare, paura che possa accadere qualcosa di grave ecc.; la persona è indotta ad evitare attivamente la situazione di cui ha paura. Il fobico non si avvicina all’oggetto temuto, oppure fugge via, oppure ancora cerca di distrarsi o di “calmarsi” assumendo alcol o tranquillanti, ecc.

La paura è solitamente proporzionale alla distanza dall’oggetto fobico, tanto più esso si avvicina, tanto più la persona mostra ansia e disagio crescenti. In talune circostanze, il contatto con l’oggetto o la situazione fobica possono arrivare ad innescare un attacco di panico.

Nelle fobie il soggetto mette in atto una serie di comportamenti di evitamento, che possono produrre talvolta forti cambiamenti nelle abitudini di vita.

All’origine delle fobie specifiche possono venir identificati specifici eventi traumatici, oppure il fatto che la persona ha assistito ad un evento traumatico, oppure che ha esperito un attacco di panico in una situazione specifica, oppure che è stata esposta alla trasmissione di informazioni paurogene; In molti altri casi viceversa non si identifica il «motivo» originario.

Questo disturbo sorge più spesso dai 7 agli 11 anni. Le fobie più precoci sono per l’ambiente naturale, gli animali ed il sangue (le fobie situazionali sono più tardive).

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Disturbo di panico

Nel Disturbo di Panico, l’ansia si manifesta con intensi episodi distinti chiamati attacchi di panico. Il panico è uno stato di ansia particolarmente intenso in assenza di un reale pericolo, ed è caratterizzato dalla comparsa improvvisa di paura o disagio molto intensi in cui si verificano una serie di sintomi (ne servono almeno quattro, secondo il DSM-5), quali: palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia; sudorazione; tremori; dispnea o sensazione di soffocamento; sensazione di asfissia; dolore o fastidio al petto; nausea o disturbi aDdominali; sensazione di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento; brividi o vampate di calore;sensazione di torpore o di formicolio; sensazione di irrealtà o di essere distaccati da se stessi; paura di perdere il controllo o di impazzire; paura di morire.

La maggior parte degli attacchi di panico raggiungono il loro picco entro 10 minuti.

Chi soffre di questo disturbo tende a limitare in modo significativo la propria vita per evitare di trovarsi in quelle situazioni che potrebbero scatenare un attacco di panico, oppure vive tutto in uno stato di costante tensione.

Il comportamento di limitazione si chiama “evitamento” ed è una caratteristica piuttosto diffusa del problema. L’evitamento può essere limitato ad alcune specifiche circostanze o situazioni, ma può essere anche talmente esteso da interferire pesantemente sulle scelte importanti di una persona.

Lo stato di tensione derivante dal fatto di non poter evitare certe situazioni si chiama ansia anticipatoria.

L’esperienza di un attacco di panico non è paragonabile, per intensità dei sintomi, con la normale manifestazione della paura, dell’ansia o della preoccupazione quotidiana. La persona che ha un attacco di panico – specie la prima volta – ha la netta sensazione che stia avvenendo qualcosa di gravissimo a livello biologico (come un attacco cardiaco o un ictus) o psicologico (perdere il controllo di sé o impazzire), cosa che spesso spinge la persona a recarsi al pronto soccorso.

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Agorafobia

L’Agorafobia è caratterizzata dal timore che sia difficile fuggire o ricevere soccorso in caso di malessere, o nel caso in cui insorgano sintomi invalidanti o imbarazzanti. Le persone che sviluppano questo disturbo tendono tipicamente a temere alcune situazioni dalle quali può essere oggettivamente più difficile uscire rapidamente in caso di malessere (ad es. trasporti pubblici, luoghi isolati, luoghi affollati, trovarsi in fila, ecc.).

Naturalmente, queste situazioni in sé non sono oggettivamente pericolose, ma lo divengono via via sempre più per il soggetto, in virtù dell’idea che, da un momento all’altro, in quelle situazioni “minacciose” possa subentrare la crisi e sia difficile o impossibile “mettersi in salvo”.

Il timore di avere un attacco ansioso spinge spesso questi pazienti ad evitare le situazioni giudicate potenzialmente rischiose. L’evitamento finisce per diventare il fattore di mantenimento del disturbo.

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Fobia sociale

La fobia sociale, oggi meglio denominata Disturbo d’Ansia Sociale, è caratterizzata dalla paura intensa, irrazionale e persistente delle situazioni sociali, in cui si può essere osservati, giudicati o sottoposti alla presenza o all’attenzione delle altre persone.

L’aspetto centrale di questo disturbo è la paura del giudizio negativo degli altri. Questi individui vivono il costante timore che gli altri possano trovarli incompetenti, goffi o strani. Alcuni possono temere di mostrare segni d’imbarazzo come il rossore al viso (ereutofobia), il tremore alle mani, un’intensa sudorazione, ecc. oppure sono preoccupati di come verrà giudicata una loro prestazione. È centrale la paura di sbagliare e di apparire inadeguati e questo disagio può portare l’individuo a evitare certe situazioni sociali.

La fobia sociale può essere specifica se circoscritta ad una singola situazione o generalizzata se coinvolge più situazioni.

In alcuni casi il disturbo insorge in persone che presentano anche tratti di personalità denominati “evitanti”. cosa che può rendere gli interventi sia psicologici che farmacologici più difficoltosi. In questo caso, infatti, la persona ha una lunga storia di riluttanza ad affrontare tutto ciò che è ritenuto soggettivamente pericoloso, difficile, faticoso o frustrante. Questo, può rendere gli interventi sia psicologici che farmacologici più difficoltosi.

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Disturbo ossessivo compulsivo (DOC)

Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini mentali che vengono percepite come sgradevoli o intrusive dalla persona. Il contenuto delle ossessioni può variare da persona a persona: alcuni temi ricorrenti riguardano impulsi aggressivi verso altre persone, il timore di essere contaminati o altri pensieri di natura sessuale o soprannaturale. L’elemento in comune delle ossessioni è che sono impulsi non voluti dalle persone.

Questo disagio emotivo può essere tanto intenso che le persone si sentono costrette a mettere in atto una serie di comportamenti (rituali) o di azioni mentali per neutralizzare le ossessioni o eliminarle dalla mente. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (es: lavarsi le mani, ripetere più volte una stessa azione) o azioni mentali (es. contare, ripetere formule superstiziose) che permettono alla persona di alleviare momentaneamente il disagio provocato dalle ossessioni. Attraverso le compulsioni la persona riesce a ridurre la sgradevole sensazione che qualcosa non va o che potrebbe accadere qualcosa di brutto.

Tuttavia le compulsioni non eliminano le ossessioni, che possono aumentare o ripresentarsi nel tempo. Inoltre le compulsioni possono diventare molto debilitanti, impegnare molto tempo e costituire esse stesse un problema. La persona con disturbo ossessivo-compulsivo può iniziare a evitare tutte le situazioni associabili alle ossessioni e limitare notevolmente la propria vita sociale o lavorativa.

Se non trattato, il disturbo ossessivo-compulsivo può essere profondamente angoscioso per la persona e può andare ad intaccare significativamente la capacità di gestire gli aspetti più basilari della propria vita, quali svolgere il proprio lavoro e intrattenere relazioni sociali equilibrate. 

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Ipocondria o Disturbo d’Ansia da Malattia

La caratteristica essenziale della ipocondria è la preoccupazione o la convinzione di avere o contrarre una grave malattia, basata sulla errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici. In questo genere di disturbi è necessario che una valutazione medica completa abbia escluso qualunque condizione medica generale che possa spiegare pienamente i suoi segni o sintomi fisici.

L’aspetto principale del Disturbo d’Ansia da Malattia è che la paura o la convinzione ingiustificate di avere una malattia persistono nonostante le rassicurazioni mediche.

Visite mediche ripetute, esami diagnostici e rassicurazioni da parte dei medici o dei familiari servono poco ad alleviare la preoccupazione concernente la malattia o la sofferenza fisica. Per esempio, un soggetto preoccupato di avere una malattia cardiaca non si sentirà rassicurato dalla ripetuta negatività dei referti delle visite mediche, dell’ECG, o persino della angiografia cardiaca, o lo sarà solo temporaneamente.

I soggetti con ansia da malattia possono allarmarsi se leggono o sentono parlare di una malattia, se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato, o a causa di osservazioni, sensazioni, o eventi che riguardano il loro corpo.

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